Se le stelle offuscano la “Stella”? Confusione!

Stelle La confusione è fra stelle e “Stella”, la confusione  è anche in politica, purtroppo.
Come redazione web, vorremo toccare la vostra sensibilità e quindi conoscere la vostra opinione, in merito all’articolo apparso ieri (domenica 22 novembre 2009), sul quotidiano “La Citta”, a firma del nostro direttore Nello Senatore. Partendo dalle “luci d’artista“, si vuole stimolare l’intelligenza dei tanti a riscorpire i veri valori, quelli non negoziabili, che danno “luce” autentica  anche alla politica e alla famiglia.
L’articolo che è strutturato in due parti, di cui la seconda vi viene segnalata in grassetto, vuole portare alla riflessione il lettore su un tema di scottante attualità:
La mia preoccupazione è che la forma cancelli il contenuto, la bellezza estetica elimini le motivazioni, l’esteriorità annulli il perché profondo della festa, insomma il tripudio faccia dimenticare le ultimas rationes”.
Questo è quanto afferma il nostro direttore in un passaggio dell’articolo  tratto dalla sua rubrica settimanale “Absit iniuria verbis”(sotto riportato), ora vi proponiamo un quesito: cosa succederebbe se tutto questo accadesse in politica o in famiglia?
Attendiamo i vostri commenti e le vostre considerazioni.


L’aria del Natale si respirava, qualche decennio or sono, iniziando dal fatidico 8 dicembre, solennità dell’Immacolata. Per questa data il presepio doveva essere allestito, l’albero di natale scintillare con le sue luci sfavillanti e colorate, le strade dovevano essere addobbate di stelle e le vetrine dei negozi di palline colorate. La nostra Salerno in questi anni ha sovvertito questo criterio proponendo fin dall’inizio di Novembre uno scenario di bellezza con le luci d’artista, un modo affinché la città diventi attrattrice di visitatori e dare così respiro all’economia. Un tentativo che costa caro ma se ha delle ripercussioni positive lo sforzo potrebbe valere. Sulla bellezza delle luci d’artista, nessuno può obiettare, perché sarebbe uno sciocco o un bastian contrario, vorrei invece porre una riflessione diversa. La mia preoccupazione è che la forma cancelli il contenuto, la bellezza estetica elimini le motivazioni, l’esteriorità annulli il perché profondo della festa, insomma il tripudio faccia dimenticare le ultimas rationes. Desideriamo ribadire con forza il senso della festa: Cristo s’incarna, il Figlio di Dio diventa uomo. Molti propongono un Natale lontano dal Vangelo, ricordiamo che il Natale o è quello di Cristo o non è. Nessuno può sostituire il Natale con le stelle, dimenticando la Stella, nessuno può scambiare la scelta del Cristo-amore con i surrogati fatti di smielata dolcezza, nessuno può confondere la donazione di sé con il bieco buonismo: nessuno può vestirsi a festa senza ricordare il perché della festa. Esiste una sola verità: non ci potrà essere nessun Natale senza Cristo. Cristo diventa sintesi e incarnazione dei valori eccelsi dell’uomo, quindi se vogliamo festeggiare il Natale ben vengano luci straordinarie ma non dimentichiamo i valori essenziali, pertanto ancora una volta s’impone di mettere ordine nella confusione, che regna sovrana in tutti i settori dal politico al civile, dal personale al comunitario. Come per le festività natalizie, ove spesso si cura la forma e si dimentica il contenuto, la motivazione, così potrebbe accadere negli altri segmenti della vita. Alla luce di quanto detto, desideriamo lanciare un appello a tutti, amministratori, politici, gente comune: ritorniamo ai contenuti, ai valori eterni, presenti nella tradizione e avvolti dalla fede, che tradotti nella vita politica significano lealtà, coerenza, unità tra pensiero e azione, coraggio, onestà intellettuale, dialogo, confronto. Nessuno corra innanzi, nessuno rincorra mete che distraggono dagli ideali, nessuno attui colpi di testa, nessuno sia irregolare di fronte al bene comune, che è idea e prassi, pensiero e azione, mente e cuore, ci sia sempre prudenza nello scegliere la soluzione migliore. Molte volte l’efficienza esasperata schiaccia la persona e s’impone quale nuova schiavitù. Non inganniamo le nuove generazioni creando separazioni tra programmi e principi, tra pianificazione e valori, tra maggioranza e opposizione, tra chi governa e chi vigila. La distinzione non è divisione, ovunque ove c’è commistione c’è confusione: in politica, in azienda, in famiglia. Democrazia significa partecipazione con ruoli distinti, ma convergenti verso il bene comune, bandiamo la rottura, la volgarità. Non diffondiamo la cultura di una politica priva di idee, di programmi senza principi, non trasmettiamo, alla luce di una falsa democrazia, il bieco concetto che tutto è uguale, scegliere tizio è come scegliere caio, non dividiamo l’azione dal pensiero, non tradiamo la coerenza, non cediamo al delirio di onnipotenza.

Andiamo a scuola da Gesù Bambino, ove impareremo l’umiltà, che permetterà a ciascuno di comunicare, di creare rapporti piantumati nella dialogicità e nell’accoglienza. L’eccessivo protagonismo ha sempre condotto alla chiusura spesso trasformata in dipostia. Chi pensa da solo è condannato irrimediabilmente all’errore e all’isolamento, anticamera della decadenza.

Nel Natale, Gesù Bambino entra con la potenza dell’amore per concedere agli uomini ciò di cui non potranno mai fare a meno: l’amore. Giunto ad abbattere il muro dell’inimicizia tra Dio e l’uomo, per dare a quest’ultimo la forza di distruggere tutti i muri, eretti dall’orgoglio, dall’odio e invitando ad elevare ponti verso gli ultimi, i poveri, gli immigrati, gli abbandonati. Nasce una nuova civiltà. in cui ogni uomo è grande non perché ha… ma perché è.

3 commenti

  1. Le parole sono belle, altra cosa è la realtà.
    io non credo a Gesù Bambino, qualche volta tempo fa credevo alla stretta di mano, fatta tra uomini, dove non c’era bisogno di scrivere nulla.
    oggi in politica specialmente molte volte promesse e accordi vengono traditi per una nuova promessa ed un nuovo accordo con la parte fino a qualche secondo prima avversa.
    allora vengano le luci, le luminarie a accecare le nostre menti, e a regalarci un effimero che fra un mese lascerà il posto alla depressione

  2. si riferisce all’italia in genere.
    Sono sostanzialmente d’accordo, sperando che le luci risolvano i problemi dei commercianti (sicuramente hanno risolto i problemi di guadagni per salerno mobilità) e che una sana autocritica faccia risolvere i problemi di scelta a qualche politico in crescita.

    dimenticavo…auguri di buon Natale a mille luci!

  3. Ho letto con attenzione l’articolo di don nello apparso sulla città e devo dire che l’ho trovato molto equilibrato. Non riesco a capire la seconda parte o meglio il nesso che le luci e quindi l’effimero possano avere con la politica, e se si riferisce a politica di Salerno, di Baronissi (!) o

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